“La multa comminata dai vigili urbani di Chieti al proprietario di un cane tenuto a catena è solo l’ultimo dei moltissimi casi di applicazione della Legge Brambilla, in tutta Italia. Si tratta di una grande rivoluzione non solo del quadro sanzionatorio ma anche a livello culturale: gli animali diventano portatori di diritti, tutelati in via diretta, si pone termine a questa usanza barbara, troppo a lungo tollerata. Il tempo dell’impunità è finito!”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, commentando la notizia - riportata dai principali organi di stampa - della sanzione di mille euro comminata ieri, mercoledì 3 settembre, dalla polizia municipale a un cittadino. Intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini gli agenti si sono accorti che l’uomo teneva il povero cane, in una zona rurale del capoluogo teatino, legato a una catena molto corta, insufficiente a consentirne il movimento, una situazione che gli provocava sofferenza ed era incompatibile con le sue esigenze etologiche.
“Da tutta Italia - continua la presidente di LEIDAA - ci arrivano segnalazioni dell’applicazione della norma: una delle ultime, in ordine cronologico, arriva dalla provincia di Venezia dove le guardie zoofile della nostra LEIDAA hanno elevato una sanzione amministrativa. Anche in quel caso il povero animale era custodito con un mezzo equivalente alla catena e, per tale ragione, soffriva terribilmente. Tenere il cane alla catena è una pratica anacronistica che con la legge Brambilla è sanzionata in quanto tale, con un’ammenda che può arrivare a 5mila euro, indipendentemente dal fatto che provochi lesioni all’animale. In quel caso, infatti, si potranno configurare anche i reati di maltrattamento o di detenzione in condizioni incompatibili. Particolarmente rilevante, nel contestare il nuovo illecito amministrativo, il ruolo dei corpi e degli enti più strettamente legati al territorio: le guardie zoofile, i corpi di polizia municipale, le Asl e i Comuni, ai quali spetta anche il compito di incassare le somme pagate a titolo di sanzione. Grazie alla legge che porta il mio nome il tempo dell’impunità è finito!”.
di Napoli Magazine
04/09/2025 - 14:02
“La multa comminata dai vigili urbani di Chieti al proprietario di un cane tenuto a catena è solo l’ultimo dei moltissimi casi di applicazione della Legge Brambilla, in tutta Italia. Si tratta di una grande rivoluzione non solo del quadro sanzionatorio ma anche a livello culturale: gli animali diventano portatori di diritti, tutelati in via diretta, si pone termine a questa usanza barbara, troppo a lungo tollerata. Il tempo dell’impunità è finito!”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, commentando la notizia - riportata dai principali organi di stampa - della sanzione di mille euro comminata ieri, mercoledì 3 settembre, dalla polizia municipale a un cittadino. Intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini gli agenti si sono accorti che l’uomo teneva il povero cane, in una zona rurale del capoluogo teatino, legato a una catena molto corta, insufficiente a consentirne il movimento, una situazione che gli provocava sofferenza ed era incompatibile con le sue esigenze etologiche.
“Da tutta Italia - continua la presidente di LEIDAA - ci arrivano segnalazioni dell’applicazione della norma: una delle ultime, in ordine cronologico, arriva dalla provincia di Venezia dove le guardie zoofile della nostra LEIDAA hanno elevato una sanzione amministrativa. Anche in quel caso il povero animale era custodito con un mezzo equivalente alla catena e, per tale ragione, soffriva terribilmente. Tenere il cane alla catena è una pratica anacronistica che con la legge Brambilla è sanzionata in quanto tale, con un’ammenda che può arrivare a 5mila euro, indipendentemente dal fatto che provochi lesioni all’animale. In quel caso, infatti, si potranno configurare anche i reati di maltrattamento o di detenzione in condizioni incompatibili. Particolarmente rilevante, nel contestare il nuovo illecito amministrativo, il ruolo dei corpi e degli enti più strettamente legati al territorio: le guardie zoofile, i corpi di polizia municipale, le Asl e i Comuni, ai quali spetta anche il compito di incassare le somme pagate a titolo di sanzione. Grazie alla legge che porta il mio nome il tempo dell’impunità è finito!”.