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FRIBURGO - Grifo: "Un onore essere il miglior marcatore della storia del club in Bundesliga, futuro? Non chiudo le porte all'Italia"
25.12.2025 07:15 di Napoli Magazine
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Vincenzo Grifo, centrocampista del Friburgo, ha rilasciato un'intervista a Gianlucadimarzio.com: “Sono diventato il miglior marcatore della storia del club in Bundesliga, un onore. Punto al record assoluto, capocannoniere del Friburgo in tutte le competizioni. Petersen è a 105, io a 103: ci siamo quasi. Ho modificato alcuni dettagli tra allenamento e nutrizione. E i risultati sono incredibili: ho perso tre-quattro chili, sto segnando tanto e corro 11, 12 chilometri a partita. Mi sento molto più veloce e cattivo in campo rispetto a pochi anni fa. Fino all’anno scorso non avevo mai pensato di cambiare metodo, di farmi seguire da personal trainer e specialisti. Ma i giovani diventano sempre più maturi, forti e devastanti fisicamente: per restare all’altezza mi sono adattato. E anche i compagni me lo dicono: ‘Vince, sei come il vino italiano: più invecchi, più migliori’. Li ringrazio. Devo ringraziare Dio per le doti che mi ha dato. Sin dalle giovanili ho capito di avere talento, specie per le punizioni. E ancora oggi i compagni danno a me la palla quando pesa. Ma certo, anche questo va allenato: appena ho l’occasione, a fine allenamento, chiedo a un portiere di restare in campo e calcio qualche punizione. orrei restare nello staff del Friburgo con un ruolo specifico sui calci piazzati. Sono diventati fondamentali: già ora ne parlo con i nostri allenatori e ci scambiamo idee. Qui mi sento benissimo e il club sa che sono sempre pronto ad aiutarli e a trasmettere ai più giovani la nostra filosofia, ma sì, dall’Italia sono arrivate proposte, specialmente negli anni della Nazionale. Penso alla Sampdoria, ma anche a Lazio e Fiorentina: quando squadre così importanti ti chiamano, sei obbligato a riflettere. Alla fine, con la famiglia, abbiamo sempre scelto di restare qui, dove stiamo bene e dove ho la garanzia di essere protagonista. Ma non chiudo le porte all’Italia: Friburgo resterà sempre casa mia anche se un giorno dovessi mettermi in macchina per andare in Serie A. In casa viviamo da italiani: si mangia italiano, si parla italiano e si guarda la Serie A: da bambino tifavo Inter, mentre i miei due fratelli Milan e Juve, in casa c’era grande rivalità. Stimavo bandiere e campioni assoluti come Totti e Del Piero: leggende dei loro club, come nel mio piccolo provo a essere io. Oggi dell’Italia mi piace guardare l’aspetto tattico, che è la grande differenza con la Bundesliga: qui si gioca più sul fisico, sull’andare avanti e indietro. Spazi aperti e tante occasioni da gol. Invece in Serie A sono maestri di strategia: se guardo il derby di Milano non mi aspetto tanti gol, sono partite più chiuse. E spesso i giocatori più tecnici sono decisivi. Penso a Yildiz, Dybala, Lautaro e al mio amico Hakan Calhanoglu. Ma anche a Modric, che a 40 anni lotta ancora come un bambino e fa la differenza: è molto bello, significa che il calcio non ha una data di scadenza. È per questo che io mi tengo in forma, al massimo livello. E spero di togliermi ancora tante belle soddisfazioni".

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FRIBURGO - Grifo: "Un onore essere il miglior marcatore della storia del club in Bundesliga, futuro? Non chiudo le porte all'Italia"

di Napoli Magazine

25/12/2025 - 07:15

Vincenzo Grifo, centrocampista del Friburgo, ha rilasciato un'intervista a Gianlucadimarzio.com: “Sono diventato il miglior marcatore della storia del club in Bundesliga, un onore. Punto al record assoluto, capocannoniere del Friburgo in tutte le competizioni. Petersen è a 105, io a 103: ci siamo quasi. Ho modificato alcuni dettagli tra allenamento e nutrizione. E i risultati sono incredibili: ho perso tre-quattro chili, sto segnando tanto e corro 11, 12 chilometri a partita. Mi sento molto più veloce e cattivo in campo rispetto a pochi anni fa. Fino all’anno scorso non avevo mai pensato di cambiare metodo, di farmi seguire da personal trainer e specialisti. Ma i giovani diventano sempre più maturi, forti e devastanti fisicamente: per restare all’altezza mi sono adattato. E anche i compagni me lo dicono: ‘Vince, sei come il vino italiano: più invecchi, più migliori’. Li ringrazio. Devo ringraziare Dio per le doti che mi ha dato. Sin dalle giovanili ho capito di avere talento, specie per le punizioni. E ancora oggi i compagni danno a me la palla quando pesa. Ma certo, anche questo va allenato: appena ho l’occasione, a fine allenamento, chiedo a un portiere di restare in campo e calcio qualche punizione. orrei restare nello staff del Friburgo con un ruolo specifico sui calci piazzati. Sono diventati fondamentali: già ora ne parlo con i nostri allenatori e ci scambiamo idee. Qui mi sento benissimo e il club sa che sono sempre pronto ad aiutarli e a trasmettere ai più giovani la nostra filosofia, ma sì, dall’Italia sono arrivate proposte, specialmente negli anni della Nazionale. Penso alla Sampdoria, ma anche a Lazio e Fiorentina: quando squadre così importanti ti chiamano, sei obbligato a riflettere. Alla fine, con la famiglia, abbiamo sempre scelto di restare qui, dove stiamo bene e dove ho la garanzia di essere protagonista. Ma non chiudo le porte all’Italia: Friburgo resterà sempre casa mia anche se un giorno dovessi mettermi in macchina per andare in Serie A. In casa viviamo da italiani: si mangia italiano, si parla italiano e si guarda la Serie A: da bambino tifavo Inter, mentre i miei due fratelli Milan e Juve, in casa c’era grande rivalità. Stimavo bandiere e campioni assoluti come Totti e Del Piero: leggende dei loro club, come nel mio piccolo provo a essere io. Oggi dell’Italia mi piace guardare l’aspetto tattico, che è la grande differenza con la Bundesliga: qui si gioca più sul fisico, sull’andare avanti e indietro. Spazi aperti e tante occasioni da gol. Invece in Serie A sono maestri di strategia: se guardo il derby di Milano non mi aspetto tanti gol, sono partite più chiuse. E spesso i giocatori più tecnici sono decisivi. Penso a Yildiz, Dybala, Lautaro e al mio amico Hakan Calhanoglu. Ma anche a Modric, che a 40 anni lotta ancora come un bambino e fa la differenza: è molto bello, significa che il calcio non ha una data di scadenza. È per questo che io mi tengo in forma, al massimo livello. E spero di togliermi ancora tante belle soddisfazioni".