Ultimo fine settimana per il Campania Teatro Festival. Sabato 12 luglio alle 21 (con replica il 13 alle 19) si potrà vedere per la prima volta a Napoli, al teatro Politeama, uno spettacolo della regista Christiane Jatahy. L’artista brasiliana, nome di punta della scena teatrale contemporanea, propone al Campania Festival “Julia”, lo spettacolo che l’ha rivelata al mondo intero. L’applaudito adattamento de “La signorina Julie” di Strindberg, mix perfetto di teatro e cinema, sposta la vicenda nei quartieri alti del Brasile di oggi, dove la protagonista si innamora dell'autista dei suoi genitori. Mademoiselle Julie è interpretata da Julia Bernat, l’attrice preferita di Christiane Jatahy, in scena con Rodrigo De Odè. La guerra di classe tra padroni e servi, il confronto amoroso e il condizionamento sociale del desiderio sono evocati in questo lavoro di immagini che associa con abilità scene preregistrate con altre girate dal vivo, offrendo una versione scottante e moderna di una pièce del teatro naturalistico considerata sulfurea già ai suoi tempi. Durata 70 minuti.
La cronaca diventa invece teatro in “Notte a Teheran”, lo spettacolo in programma al Trianon Viviani il 12 luglio alle 21. Scritto dalla giornalista Cecilia Sala, che ne è anche protagonista con Maziar Firouzi, è il racconto in presa diretta da un Paese che brucia. Cecilia Sala ci porta con sé in un viaggio tra le storie dell’Iran contemporaneo. Dalle feste clandestine nelle case alle proteste nelle piazze, dalla guerriglia nelle università alle parole soffocate dietro le sbarre del carcere di Evin, dove lei stessa è stata detenuta per 21 giorni. La narrazione dello spettacolo intreccia i viaggi di Cecilia Sala in Iran, e la sua storia alle storie che ha raccolto sul campo, restituendo un ritratto potente di un paese in bilico e della generazione di arrabbiati che lo abita. In un dialogo tra parole e musica che è reportage, memoria e scoperta. La regia è di Bruno Fornasari, le musiche di Clap! Clap! .Durata 60 minuti.
“Ha allargato i confini del teatro, scardinato il rapporto tra vita e finzione scenica, sdoganato il teatro dalla necessità della trama e dell’intreccio, ricordandoci che nulla è più falso e più vero del teatro”. Così il regista Giuseppe Sollazzo descrive l’arte di Pina Bausch in una originale autointervista, presentando il suo “Quando la finirai con Pina Bausch?”, lo spettacolo in scena il 12 luglio alle 21 (con replica il 13 alle 19) al Mercadante, con i movimenti coreografici di Beatrice Libonati, danzatrice e storica collaboratrice della geniale coreografa e ballerina tedesca. La drammaturgia, curata dallo stesso Sollazzo, attinge a diverse fonti. Da una parte dalle suggestioni ispirate all’immaginario di Pina Bausch, dall’altra a frammenti della sua vita: dalla partenza per New York, all’infanzia nel ristorante dei genitori, ai rapporti con i danzatori. Dando ad una voce off il compito di restituire la semplicità e la profondità delle sue parole. Uno spettacolo che, come assicura Sollazzo, aiuto regista di Roberto De Simone, “parlando di una celebre danzatrice parlerà anche di noi, delle ansie del presente, e di come sia impossibile dimenticare Pina Bausch”. Con Paolo Romano, Vincenza Modica, Tresy Alberti, Simona Barattolo, May Bevilacqua, Roberta Cacace, Gabriele D’Aquino, Miriam Della Corte, Laura Gagliardi, Annita Vigilante, Marisol Borgo. E con (in alternanza) Antonio Brancaccio, Roberto Cervone, Enzo Barone, Pamela Izzo, Brunello De Feo, Francesca De Luca, Michele Romeo Di Tuosto, Fortuna Montariello. Co-produzione del Campania Teatro Festival. Durata 70 minuti.
A Palazzo Coppola di Valle Cilento (Sa) si proietta invece il 12 luglio alle 21, con replica il 13 alla stessa ora, “Il tesoro nascosto”, soggetto, sceneggiatura, regia e musiche di Renato Salvetti, actor coach e aiuto regia Franca Abategiovanni e Marina Sorrenti. In un tranquillo paesino di montagna, un gruppo di giovanissimi trova per caso una vecchia pergamena redatta da un brigante che, secondo una leggenda locale, sarebbe vissuto anni addietro nei boschi della zona. Il brigante indica il punto di partenza di due strade, che si possono percorrere solo risolvendo una serie di enigmi e che portano a due mete diverse: una cela un tesoro, l’altra una cosa di cui non rivela la natura. Gli amici, affascinati dalla possibilità di vivere un'avventura straordinaria e dalla speranza di arricchirsi e cambiare vita, decidono di provare l’impresa. Tuttavia, in disaccordo sulla strada da imboccare, si dividono in due gruppi: quello che troverà il tesoro non lo dividerà con l’altro. Una piccola grande opera per imparare l’importanza della fiducia e della collaborazione, ma anche a superare le proprie paure e ad affrontare la vita. Interpreti d’eccezione i giovani della comunità cilentana che partecipano ai laboratori dell’associazione Articolart. Durata 60 minuti.
Interrogarsi sulla fiaba come modello performativo significa riflettere sul rapporto che il mondo adulto intrattiene con la giovinezza. Lo fa con particolare lucidità, ma sarebbe più giusto dire in maniera tagliente, “Con la lingua sulla lama_secondo studio”, lo spettacolo scritto e diretto da Tolja Djokovic, con Aura Ghezzi, in scena il 12 luglio alle 19.30 e alle 22 al Tedér. Dedicato alle persone adulte – non è consentito l’accesso alle persone con meno di 18 anni- il lavoro teatrale riguarda la narrazione come relazione: per dire alcune cose ci vuole tempo, ci vuole spazio. La performance scopre, nella seconda parte, un dispositivo relazionale, momento di riflessione e studio che è parte integrante della drammaturgia in cui la fragilità e il rischio sono tollerabili e la parola può esplorare il margine tra ovvietà e magia, tra sogni e giudizi, tra amore e potere, tra infanzia e adultità. Durata 50 minuti.
Il Parco urbano Pinetamare di Castel Volturno (Ce) ospiterà invece il 12 luglio alle 21 “Le mill’Antigoni”, progetto a cura di Christian Costa e Antonio Nardelli, in collaborazione con Teatro Folli Idee. In scena gli adolescenti di Grazzanise e Castel Volturno che, partendo dall’Antigone di Sofocle, andranno a chiudere una sorta di trilogia del confronto tra etica individuale e ambiente circostante. Durata 50 minuti.
Per il Dopofestival, infine, l’appuntamento musicale alle 21.30 al Giardino Romantico di Palazzo Reale è con Tortured Soul.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
I biglietti per assistere agli spettacoli costano da 5 a 8 euro, con ingresso gratuito per i diversamente abili con un accompagnatore e I pensionati titolari di assegno sociale. Le modalità della richiesta e della successiva conferma sono consultabili su campaniateatrofestival.it
di Napoli Magazine
10/07/2025 - 14:26
Ultimo fine settimana per il Campania Teatro Festival. Sabato 12 luglio alle 21 (con replica il 13 alle 19) si potrà vedere per la prima volta a Napoli, al teatro Politeama, uno spettacolo della regista Christiane Jatahy. L’artista brasiliana, nome di punta della scena teatrale contemporanea, propone al Campania Festival “Julia”, lo spettacolo che l’ha rivelata al mondo intero. L’applaudito adattamento de “La signorina Julie” di Strindberg, mix perfetto di teatro e cinema, sposta la vicenda nei quartieri alti del Brasile di oggi, dove la protagonista si innamora dell'autista dei suoi genitori. Mademoiselle Julie è interpretata da Julia Bernat, l’attrice preferita di Christiane Jatahy, in scena con Rodrigo De Odè. La guerra di classe tra padroni e servi, il confronto amoroso e il condizionamento sociale del desiderio sono evocati in questo lavoro di immagini che associa con abilità scene preregistrate con altre girate dal vivo, offrendo una versione scottante e moderna di una pièce del teatro naturalistico considerata sulfurea già ai suoi tempi. Durata 70 minuti.
La cronaca diventa invece teatro in “Notte a Teheran”, lo spettacolo in programma al Trianon Viviani il 12 luglio alle 21. Scritto dalla giornalista Cecilia Sala, che ne è anche protagonista con Maziar Firouzi, è il racconto in presa diretta da un Paese che brucia. Cecilia Sala ci porta con sé in un viaggio tra le storie dell’Iran contemporaneo. Dalle feste clandestine nelle case alle proteste nelle piazze, dalla guerriglia nelle università alle parole soffocate dietro le sbarre del carcere di Evin, dove lei stessa è stata detenuta per 21 giorni. La narrazione dello spettacolo intreccia i viaggi di Cecilia Sala in Iran, e la sua storia alle storie che ha raccolto sul campo, restituendo un ritratto potente di un paese in bilico e della generazione di arrabbiati che lo abita. In un dialogo tra parole e musica che è reportage, memoria e scoperta. La regia è di Bruno Fornasari, le musiche di Clap! Clap! .Durata 60 minuti.
“Ha allargato i confini del teatro, scardinato il rapporto tra vita e finzione scenica, sdoganato il teatro dalla necessità della trama e dell’intreccio, ricordandoci che nulla è più falso e più vero del teatro”. Così il regista Giuseppe Sollazzo descrive l’arte di Pina Bausch in una originale autointervista, presentando il suo “Quando la finirai con Pina Bausch?”, lo spettacolo in scena il 12 luglio alle 21 (con replica il 13 alle 19) al Mercadante, con i movimenti coreografici di Beatrice Libonati, danzatrice e storica collaboratrice della geniale coreografa e ballerina tedesca. La drammaturgia, curata dallo stesso Sollazzo, attinge a diverse fonti. Da una parte dalle suggestioni ispirate all’immaginario di Pina Bausch, dall’altra a frammenti della sua vita: dalla partenza per New York, all’infanzia nel ristorante dei genitori, ai rapporti con i danzatori. Dando ad una voce off il compito di restituire la semplicità e la profondità delle sue parole. Uno spettacolo che, come assicura Sollazzo, aiuto regista di Roberto De Simone, “parlando di una celebre danzatrice parlerà anche di noi, delle ansie del presente, e di come sia impossibile dimenticare Pina Bausch”. Con Paolo Romano, Vincenza Modica, Tresy Alberti, Simona Barattolo, May Bevilacqua, Roberta Cacace, Gabriele D’Aquino, Miriam Della Corte, Laura Gagliardi, Annita Vigilante, Marisol Borgo. E con (in alternanza) Antonio Brancaccio, Roberto Cervone, Enzo Barone, Pamela Izzo, Brunello De Feo, Francesca De Luca, Michele Romeo Di Tuosto, Fortuna Montariello. Co-produzione del Campania Teatro Festival. Durata 70 minuti.
A Palazzo Coppola di Valle Cilento (Sa) si proietta invece il 12 luglio alle 21, con replica il 13 alla stessa ora, “Il tesoro nascosto”, soggetto, sceneggiatura, regia e musiche di Renato Salvetti, actor coach e aiuto regia Franca Abategiovanni e Marina Sorrenti. In un tranquillo paesino di montagna, un gruppo di giovanissimi trova per caso una vecchia pergamena redatta da un brigante che, secondo una leggenda locale, sarebbe vissuto anni addietro nei boschi della zona. Il brigante indica il punto di partenza di due strade, che si possono percorrere solo risolvendo una serie di enigmi e che portano a due mete diverse: una cela un tesoro, l’altra una cosa di cui non rivela la natura. Gli amici, affascinati dalla possibilità di vivere un'avventura straordinaria e dalla speranza di arricchirsi e cambiare vita, decidono di provare l’impresa. Tuttavia, in disaccordo sulla strada da imboccare, si dividono in due gruppi: quello che troverà il tesoro non lo dividerà con l’altro. Una piccola grande opera per imparare l’importanza della fiducia e della collaborazione, ma anche a superare le proprie paure e ad affrontare la vita. Interpreti d’eccezione i giovani della comunità cilentana che partecipano ai laboratori dell’associazione Articolart. Durata 60 minuti.
Interrogarsi sulla fiaba come modello performativo significa riflettere sul rapporto che il mondo adulto intrattiene con la giovinezza. Lo fa con particolare lucidità, ma sarebbe più giusto dire in maniera tagliente, “Con la lingua sulla lama_secondo studio”, lo spettacolo scritto e diretto da Tolja Djokovic, con Aura Ghezzi, in scena il 12 luglio alle 19.30 e alle 22 al Tedér. Dedicato alle persone adulte – non è consentito l’accesso alle persone con meno di 18 anni- il lavoro teatrale riguarda la narrazione come relazione: per dire alcune cose ci vuole tempo, ci vuole spazio. La performance scopre, nella seconda parte, un dispositivo relazionale, momento di riflessione e studio che è parte integrante della drammaturgia in cui la fragilità e il rischio sono tollerabili e la parola può esplorare il margine tra ovvietà e magia, tra sogni e giudizi, tra amore e potere, tra infanzia e adultità. Durata 50 minuti.
Il Parco urbano Pinetamare di Castel Volturno (Ce) ospiterà invece il 12 luglio alle 21 “Le mill’Antigoni”, progetto a cura di Christian Costa e Antonio Nardelli, in collaborazione con Teatro Folli Idee. In scena gli adolescenti di Grazzanise e Castel Volturno che, partendo dall’Antigone di Sofocle, andranno a chiudere una sorta di trilogia del confronto tra etica individuale e ambiente circostante. Durata 50 minuti.
Per il Dopofestival, infine, l’appuntamento musicale alle 21.30 al Giardino Romantico di Palazzo Reale è con Tortured Soul.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
I biglietti per assistere agli spettacoli costano da 5 a 8 euro, con ingresso gratuito per i diversamente abili con un accompagnatore e I pensionati titolari di assegno sociale. Le modalità della richiesta e della successiva conferma sono consultabili su campaniateatrofestival.it