A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Christian Giannotti, ex preparatore atletico del Napoli.
Mister, gli impegni sono tanti ed il calendario è ingolfato: questo è il fattore che incide sugli infortuni o ci sono altre cause?
"È normale che aumentando gli impegni e l'intensità delle prestazioni si alzi anche il livello di attenzione richiesto a tutti, da preparatori, medici e fisioterapisti. Oggi i club che hanno doppi impegni settimanali hanno gruppi di lavoro più ampi proprio perché l'attenzione sul carico di lavoro, fisico e mentale, deve essere molto alta. Per una semplice questione di probabilità, il rischio di infortuni aumenta. Conta molto anche la bravura nella gestione dello staff in generale, non solo quello tecnico, distribuzione del minutaggio, valutazione dei singoli, gestione dell'età e delle caratteristiche dei giocatori. Più partite disputi, più l'attenzione deve essere alta su tutto".
Quando il numero degli infortuni muscolari è così alto, come i 17 casi del Napoli, cosa può essere accaduto oltre ai troppi impegni?
"Quando gli infortuni sono oltre la media stagionale, sia rispetto alle altre squadre sia rispetto allo storico del club, bisogna fare molte valutazioni. Il carico di lavoro comprende anche lo scarico cioè i tempi di recupero. In questo momento 17 infortuni muscolari sono un numero molto elevato. Abbiamo tre lesioni gravi: quella di De Bruyne, quella di Lukaku e quella di Anguissa. Tre lesioni gravi in una stagione sono anomale. Ovviamente io non sono più dentro lo staff del Napoli, quindi è difficile dare giudizi precisi, però oggettivamente, sulla base del numero e della gravità, qualcosa non sta andando come dovrebbe".
In un club, chi deve fare le valutazioni su carichi di lavoro e recuperi?
"L’allenatore è il cappello sotto il quale tutti devono rifugiarsi, dunque la responsabilità è sempre sua. Conte ha toppato la preparazione, tutti i professionisti fanno capo a lui e deve assumersi le responsabilità. Anche nella passata stagione c'erano stati troppi infortuni muscolari ma gli impegni erano minori. È come in politica: c'è il primo ministro e poi i ministri. Nel calcio il riferimento è l'allenatore, che ha sotto di sé lo staff atletico, quello medico e tutti i collaboratori. Tutto fa capo all'allenatore, che poi è anche quello che paga quando le cose non vanno bene. Area medica, fisioterapica ed atletica, portano le loro relazioni all'allenatore, che deve sintetizzare e decidere. Ed è proprio qui che serve la capacità di analisi di tutto lo staff. Qualcosa, in questo ingranaggio, evidentemente non sta funzionando. Non funzionava neanche lo scorso anno, perché, se andiamo a vedere le statistiche, anche con un solo impegno settimanale gli infortuni furono tanti, pur avendo tempi di recupero più ampi. Quest'anno, con il doppio impegno, il numero sta esplodendo. Evidentemente qualcosa è stato gestito male e si sta gestendo male".
Questa preparazione così serrata potrebbe portare benefici verso Febbraio?
"Sul numero degli infortuni muscolari, che è molto elevato, bisogna ricordare che più un infortunio è grave, più tempo serve per recuperare il giocatore e riportarlo in condizione. Non basta che sia guarito clinicamente. Prendiamo Lukaku: ho sentito che potrebbe rientrare addirittura per la partita con la Roma, ma ho le mie perplessità. Una cosa è riprendere ad allenarsi, un'altra è tornare competitivo. Il discorso della preparazione che porta benefici a Febbraio ha senso solo se nel frattempo tieni un rendimento costante, il campionato dura dieci mesi. Se arrivi a febbraio con 12 punti di distacco dalla prima, non puoi dire che hai preparato tutto per quel periodo. Oggi non ha senso giustificarsi dicendo che abbiamo tanti infortunati, se la squadra vince comunque, allora possiamo parlarne. Ma finché non succede, parlare di preparazione mirata a febbraio lascia il tempo che trova".
Gli infortuni sono quasi sempre della stessa natura, l'anno scorso il soleo, quest'anno il retto femorale. Come mai?
"Premetto una cosa, dare la colpa ai campi di Castel Volturno è una follia. Non siamo a Torino o Milano, dove i campi si ghiacciano e sono soggetti ad intemperie gravi. Comunque lì non mi pare ci siano tutti questi infortuni muscolari. Per quanto riguarda la natura degli infortuni, Lukaku ha avuto una lesione al retto femorale, ma la muscolatura flessoria, è quella più soggetta agli infortuni nel calcio: otto volte su dieci, quando un giocatore si fa male, è lì. De Bruyne veniva già da problemi seri ai muscoli della corsa, forse lì bisognava stare più attenti anche perché era già stato operato. Anguissa si è fatto male lì anche lui. Lo scorso anno il problema al soleo era più anomalo. Quando gli infortuni si ripetono su più giocatori, può dipendere da qualche esercitazione troppo ripetuta che sovraccarica un distretto. A volte basta cambiare alcune proposte di lavoro. La situazione di quest'anno la vedo però come un quadro generale, non la imputerei a un singolo muscolo o a un fattore specifico, ma a tutto ciò che abbiamo detto prima, che va rivisto complessivamente".