Pugile e ingegnere, una vita da pendolare tra Sansepolcro e Sinaloa. E' la storia del 37enne Alessandro Riguccini, detto 'Il Rognoso' per i problemi che crea agli avversari, ex campione del mondo di kickboxing con residenza a Cuba passato poi, nel 2012, al pugilato, con lunghi periodi, anche tre anni di seguito, trascorsi a vivere e allenarsi in Messico. Nel frattempo "sono riuscito a laurearmi in ingegneria - rivela -, con 110 e lode alla triennale e 110 alla specialistica. L'ho fatto perché non so se rimarrò per sempre nel mondo del pugilato, mi piacerebbe diventare un imprenditore". Ora però è il momento di salire sul ring, per la precisione quello allestito presso l'anfiteatro di Tirana, per affrontare domani sera, nell'ambito della riunione che fa parte della serie "KO alla droga", il venezuelano Jesus Correa che viene subito dopo di lui, n.8 contro il n.7 del toscano nella classifica Wba dei superleggeri. Nella sfida tra Riguccini e Correa sarà in palio il titolo 'ad interim' della categoria, e ciò vuol dire che il vincitore di questa sfida avrà poi ottime possibilità di sfidare il campione del mondo, ovvero il 29enne fighter del Maryland Gary Antuanne Russell, che la corona l'ha conquistata a inizio marzo strappandola al messicano Josè Valenzuela. Per Riguccini è l'occasione della vita, finora il suo score da pugile è di 30 incontri tutti vinti, 26 dei quali prima del limite, e non può fallire proprio ora. Così si accorgeranno di lui anche in patria, perché Riguccini è più conosciuto in Messico, dove ha costruito la sua carriera, che in Italia. "Non essere valutato nel modo corretto in Italia un po' mi dispiace - dice -, ma tanto quali benefici ricaverei? Pochissimi, soprattutto a livello economico. Al limite vorrei essere valutato in America, visto che in Messico ho battuto nomi importanti come i venezuelani Johan Perez e Juan Ruiz". Ma ora il suo obiettivo è un altro, farsi apprezzare anche in Albania, e da lì continuare la scalata al Mondiale.
di Napoli Magazine
10/07/2025 - 14:29
Pugile e ingegnere, una vita da pendolare tra Sansepolcro e Sinaloa. E' la storia del 37enne Alessandro Riguccini, detto 'Il Rognoso' per i problemi che crea agli avversari, ex campione del mondo di kickboxing con residenza a Cuba passato poi, nel 2012, al pugilato, con lunghi periodi, anche tre anni di seguito, trascorsi a vivere e allenarsi in Messico. Nel frattempo "sono riuscito a laurearmi in ingegneria - rivela -, con 110 e lode alla triennale e 110 alla specialistica. L'ho fatto perché non so se rimarrò per sempre nel mondo del pugilato, mi piacerebbe diventare un imprenditore". Ora però è il momento di salire sul ring, per la precisione quello allestito presso l'anfiteatro di Tirana, per affrontare domani sera, nell'ambito della riunione che fa parte della serie "KO alla droga", il venezuelano Jesus Correa che viene subito dopo di lui, n.8 contro il n.7 del toscano nella classifica Wba dei superleggeri. Nella sfida tra Riguccini e Correa sarà in palio il titolo 'ad interim' della categoria, e ciò vuol dire che il vincitore di questa sfida avrà poi ottime possibilità di sfidare il campione del mondo, ovvero il 29enne fighter del Maryland Gary Antuanne Russell, che la corona l'ha conquistata a inizio marzo strappandola al messicano Josè Valenzuela. Per Riguccini è l'occasione della vita, finora il suo score da pugile è di 30 incontri tutti vinti, 26 dei quali prima del limite, e non può fallire proprio ora. Così si accorgeranno di lui anche in patria, perché Riguccini è più conosciuto in Messico, dove ha costruito la sua carriera, che in Italia. "Non essere valutato nel modo corretto in Italia un po' mi dispiace - dice -, ma tanto quali benefici ricaverei? Pochissimi, soprattutto a livello economico. Al limite vorrei essere valutato in America, visto che in Messico ho battuto nomi importanti come i venezuelani Johan Perez e Juan Ruiz". Ma ora il suo obiettivo è un altro, farsi apprezzare anche in Albania, e da lì continuare la scalata al Mondiale.